martedì 24 agosto 2010

LVT(A)4 Italeri 1/35 anfibio

Questo è l' LVT(A)4 Italeri in scala 1/35 che ho recentemente realizzato. E' stata una fatica immane riuscire a motorizzare questo carro, rendendolo tra l'altro anche anfibio. Mi spiace solo che ho iniziato a fare le foto già a WIP abbondantemente iniziato... Ma partiamo con ordine...

Vista generale del "bussolo".


Una sbirciatina all'interno...



L'interno della torretta M8.

Quella del kit Italeri è errata, in quanto si riferisce alla torretta di un LVT(A)5, entrato in servizio subito dopo la fine della WWII. Infatti nell'LVT(A)5, la torretta ha il piano di calpestio solidale alla torretta stessa, quindi gira con essa, mentre nei LVT(A)4 fino al 1945, tutti i serventi ed il mitragliere erano costretti a spostarsi seguendo la rotazione della torretta, in quando il piano di calpestio della torretta era fisso, mentre la torretta, chiaramente, ruotava....comodo, no? Comunque il piano di calpestio inferiore è tornato utile per montare i meccanismi di rotazione, quindi l'ho lasciata così com'era. Inoltre, considerato che la torretta Italeri è "avara" di particolari ne ho aggiunti alcuni, senza eccedere.
Con il plasticard ho provveduto anche a realizzare le protezioni aggiuntive per il mitragliere tipiche degli LVT "modello Marianne" (ossia dopo i sanguinosi sbarchi di Saipan e Peleliu nel 1944), anche queste non presenti sul modello Italeri

Una curiosità storica: fu necessario incrementare il volume di fuoco difensivo degli AmTank (così erano "soprannominati" questi mezzi) e cercare di proteggere in qualche modo i mitraglieri, perchè i mezzi erano oggetto di feroci attacchi suicidi da parte dei giapponesi. Questi, imbottiti di esplosivi, si gettavano numerosi sui carri nel tentativo, spesso centrato, di distruggerli. La percentuale di AmTank persa durante i primi giorni di combattimento non raramente raggiungeva il 75%....

La canna della mitragliatrice cal .50 ....



... e quella della .30, autocostruite. Le ho realizzate con il mio "tornio de' poracci". Ho anche modificato i visori posti sui portelli. Quelli del kit erano due obbrobriose semisfere, stampate direttamente sui portelli, quindi plasticaccia color "cacchina". Avrebbero dovuto simulare le semisfere TRASPARENTI che nel mezzo reale proteggevano dall'acqua i visori veri e propri.
Tuttavia tali semisfere sono presenti solo nei primissimi esemplari. Successivamente sono state eliminate perchè si appannavano e non si vedeva un tubo... quindi nel '45 a rigor di logica non ci dovevano essere. Ah, ho fatto anche i rivetti....


I cingoli Friulmodel, uno dei due accessori che ho "dovuto" reperire dall'aftermarket.


Le ruote dentate, a causa delle minuscole dimensioni, non ne volevano sapere di restare all'interno dei cingoli. Arrovellandomi le meningi, ho clonato in soffice gomma siliconica un ingranaggio che si incastra esattamente nello spazio dove scorrono le ruote di rotolamento. Così facendo la ruota dentata in gomma impedisce al cingolo di uscire "di strada". Visto che c'ero, ho clonato in resina anche le ruote dentate, perchè dopo un pò di uso, queste si consumano, così come anche i cingoli realizzati in soffice piombo (!!)


Ho deciso di realizzare ex-novo il supporto dell'antenna con il mio precisissimo, portentoso, strabiliante tornio...
Certo, poteva venire meglio.... se non mi incaponissi a voler usare il mio tornio.


Ho comunque pensato di farne alcune copie in resina. Se in futuro avrò bisogno di altri supporti, tutto lavoro risparmiato....

L'antenna vera e propria non è farina del mio sacco. E' stata acquistata da www.jbmodel.eu.

Visto che c'ero, ho rifatto la volata della mitragliatrice da .30... quella precedente nn mi sfagiolava... questa è un pò meglio.


Queste sono le singole maglie dei cingoli, tanto per far capire cosa si pena per montarli....


Inizia la colorazione del mezzo. Ho steso una mano di primer Tamiya e per la prima volta ho provato la tecnica del pre-shading... tanto sapevo già che con l'olive drab avrei coperto ben bene tutto... però tentar non nuoce...

 
 
Questi invece sono i cingoli appera verniciati. I segni di usura si "autocreeranno" appena il mezzo si muoverà...


Ultimi ritocchi. Il cavo di traino del kit è veramente pietoso, realizzato grossolanamente. Quindi, usando 9 sottili fili di rame, ho prima realizzato tre cavetti da tre fili attorcigliati che o successivamente intrecciato tra di loro, ottenendo un cavo finale da 0.90mm.


 
 

Armato di pazienza, tubeti in ottone da 1mm, saldatore ossiacetilenico e scagliette di Castolin,  ho realizzato una redancia ed un' occhione. Poi, per avere i pezzi uguali, ne ho fatto delle copie di resina. Ed ecco il risultato....



Per la colorazione definitiva, mi intrigava la mimetica che avevano questi anfibi nell'ultimo periodo della guerra, tre toni verde-giallo-marrone...

E' incredibile, ma praticamente non c'è traccia in nessun libro o pubblicazione sugli esatti colori che furono usati. Nonostante questi anfibi siano stati decisivi in tutte le battaglie per la conquista delle isole del Pacifico occupate o possedute dai giapponesi, praticamente non ne è rimasta traccia. Quasi subito la fine della guerra la maggior parte dei mezzi avevano già trovato la "morte" per "consunzione meccanica". E pensare che ne erano stati costruiti migliaia... Nessuna foto a colori... solo qualcosa in bianco e nero dei mezzi usati a Iwo Jima e Okinawa...
Giocoforza è stato basarsi sui codici di colori FS riportati sulle istruzioni Italeri, convertiti negli equivalenti Humbrol.



Si nota che il colore verde di fondo non è il solito onnipresente Olive Drab. Anche io ero un pò perplesso, però in un paio di pubblicazioni ho trovato che questi anfibi, nell'ultime fasi della WWII, erano colorati in verde con tonalità diverse a seconda del "proprietario": il classico Olive Drab per l' US ARMY, mentre i Marines usavano un verde diverso. Tra gli Humbrol, quello che si avvicina di più è il 105 Marine Green, che tra l'altro corrisponde al codice FS riportato dall'Italeri.

Terminato il camouflage a tre toni in attesa dei lavaggi e dell'invecchiamento.
Come sempre, ho fatto danno. Non ho avuto pazienza di far seccare bene la vernice e con il nastro per mascherare ne ho portate via qualche scaglietta.





Queste sono alcune della scrostature causate dal mastro per le mascherature.




Prima mano di "sporco" nella zona cingoli. Ho usato l'Humbrol 33 ed il 29 miscelati 1:1. Inoltre ho utilizzato le "vere" scrostature per creare "finte" scrostature, anche aggiungendone altre e colorando il tutto con il Revell 79.




I numeri identificativi del mezzo sono stati  realizzati ad aerografo e non con le solite decal. Ho deciso di rappresentare un LVT usato a Iwo Jima, Yellow Beach 2





Questa è la maschera che ho realizzato con la fotoincisione casalinga...


Infine, finalmente, il mezzo completato, così come appare sul sito Italeri....





































lunedì 23 agosto 2010