lunedì 1 aprile 2019

A volte ritorno....

Ne è passato del tempo... casa, problemi personali, un divorzio (evvai, finalmente..) problemi di soldi (sempre pochi, anche meno.. dopo il divorzio poi, miseria, ma la libertà non ha prezzo).... problemi, problemi, problemi...
Avevo (ho?) perso un pò di vista le cose veramente importanti della vita, tipo le passioni che uno ha...
Il modellismo langue, l'ordine in casa langue, l'unica cosa che procede bene o benino è l'amour.
Ma come dice il saggio, non si vive di solo pane.
In tutto questo tempo che non mi sono fatto vedere, in tutto questo tempo che il blog è arrivato nelle fondamenta, passando addirittura la cantina (internet è una bestiaccia, ha sempre bisogno di novità, altrimenti ti dimentica...) non sono rimasto con le mani in mano, anche se non ho portato a compimento una cosa che sia una... partiamo con ordine, tanto le novità sono solo due o tre.

1°. Mentalmente e concettualmente ho abbandonato la dimensione del "se si può fare piccolo, io lo farò ancora più piccolo". Quindi niente più microbi in scale improponibili per il RC. In questo campo l'ultimo mio canto del cigno è stato il Seehund 1/72. Grandi soddisfazioni alle mostre a cui l'ho portato, soprattutto dovute agli sguardi di meraviglia quando "magicamente" di immergeva staticamente e favolosamente si librava a destra a sinistra nell'immenso oceano... di un acquario da 40  litri. Imprecazioni verso tutte le divinità note quando invece facevo il "rimessaggio" dopo ogni uscita: ho perso il conto di quante batterie lilliput al litio ho cambiato, microeliche, barre filettatate da 1,5mm (notare bene, non è il passo ma il diametro). Poi il destino mi ha dato una mano: uno dei due motori nascosti nei siluri si è finalmente bloccato, rendendo l'opera d'arte sono un pezzetto di plastica alla stregua di tutti i simulacri in plasticard e stirene... Oggi, a guardarlo bene, senza la sua straordinaria capacità di immergersi, non è niente di meglio di qualsiasi modello statico. Anzi, le "licenze poetiche" che avevo dovuto prendere (eliche dei siluri più grandi, tagli dello scafo, per poter accedere al suo cuore, visibili, lo fanno pure sfigurare. Ho dovuto anche spiegare a mia figlia che il coso da me fatto era, all'epoca del suo "varo", uno dei pochi al mondo che si immergeva staticamente, ricevendo compassionevoli occhiate della serie "va beh, se me lo dici, farò finta di crederci". Passato remoto. Stop. Chiuso bottega.

2° . Finalmente. Finalmente. Finalmente ho messo mano ad un progetto modellistico che mi stava a cuore. Realizzare uno degli incrociatori della Regia Marina classe Zara. Questa volta in una scala decente, 1/200. Anche perchè ero diventato invidioso dei miei amici che con le loro imbarcazioni affrontavano ogni mare e tempo (ve l'immaginate che onde ci posso essere in una piscina dimostrativa alle mostre? Zero...)
Per realizzare il mio Zara cosa di meglio se non un paper model? No, non per metterlo in acqua, ma per realizzare con facilità l'ossatura dello scafo e poi realizzare una copia in vetroresina. Detto fatto: aperto il cantiere, carta, compensato, gesso, resine più o meno puzzolenti ed alla fine lo scafo bell'è pronto, robusto, in resina e fibra di vetro che... sta prendendo polvere in uno scaffale. Grrrr.....
Metterò su una specie di mercatino. Per chi volesse tentare l'impresa, ho due o tre scafi belli pronti (oltre allo Zara volevo fare tutta la classe... illuso) e quindi anche lo stampo per altre X copie... Vengono siori e siore, prezzo modico...

3°. Avvicinandomi ai paper model per fare lo Zara, mi è venuta voglia di cimentarmi nella scala 1/16 terrestre: ci sono soggetti interessanti. I paper model possono essere la bese di partenza per ricavare i pezzi in plasticard od altro... niente male come idea. La sviluppo e mi... incarto in due progetti: un AEC Dorchester ed un DUKW. Passando prima per un LVTP7, il cui scafo è già tagliato in plasticard...
Sono a prendere la polvere accanto allo Zara. Fiduciosi.

4° Dando fondo alle mie esigue finanze, ho accattato una stampante 3d. Tanto povero sono e povero rimango, non credo faccia la differenza 100 euro in più o in meno.
Antefatto.
Già anni fa avevo tentato la strada "3d". La scelta era caduta sull'ormai famosissima open-source Prusa in una sua derivazione: P3Steel. Perchè, come dice il suo nome, ci vuole l'acciaio per le cose resistenti. Quindi telaio tagliato al laser da una ditta vicino a me, viti, vitine, schede e schedine alla cina con furore, qualche pezzo preso a risparmio alla ferramenta sotto casa. Poi il solito scaffale...
Lo scoglio insormontabile all'epoca era il poco tempo a disposizione (si, come se ora ne avessi di più...) ma soprattutto il fatto che per far funzionare la stampante occorreva scaricare, modificare al bisogno, caricare sulla scheda finto-ardiuno il firware necessario per tutti i comandi. Non c'ho mai capito un'acca. Il termine giusto è l'attrezzo principe del falegnane, ma sono un lord. Poi da anni ho abbandonato windows per approdare a linux ed all'epoca capivo ancora meno il pinguino, figurarsi riuscire a caricare un firmware...
L'anno scorso ti vedo sulla baia una stampante d'occassione: una fiammante geeetech i3 pro b con un performante (un pò meno...) telaio in plexiglass. Prezzo abbordabile. Ma sopratutto io ho visto pezzi da cannibalizzare per portare in vita il pezzo di ferro che prendeva polvere sullo scaffale.
Detto fatto. Così ha preso vita Frankesteel, una P3steel con cuore Geeetech... Da allora, la casa si è riempita anche di pezzi di plastica. Al momento per lo più inutili. Tipo una miriade di supperti per le bobine di filamento, di cui uno solo, diconsi uno solo, si è dimostrato funzionale. Ho stampato non so quanti pezzi per l'asse Z, quello che sostiene l'estrusore. Alla fine la cinghia dentata è legata con lo spago, grrr....
Poi antiwobbler, pezzetti e pezzettini di abbellimento, infine... due isolatori old style per fissare un cavo elettrico telato tipo anni 40... due.
Ah... pure delle candele a led. Utili per creare una certa atmosfera romantica... senza dar fuoco al letto.
Quando dico che le ho "fatte" io faccio anche la mia porca figura, in che non stona...

Nel prossimo aggiornamento, spero non tra anni, pure le foto....




lunedì 23 novembre 2015

Dopo tanto.... tanto... taaanto tempo, finalmente ritorno su queste mie pagine.
Tra tutte le mie faccende, sono riuscito a trovato un pelino di tempo per due progetti che mi stavano a cuore, se così posso dire.
Il primo: un generatore di fumo piccolo, potente, RIPARABILE, che usasse un liquido che non fosse il solito gasolio, vasellina ed altri miscugli pestilenziali, da poter usare anche in casa senza pericolo di essere sfrattati.
La gestazione del "coso" è stata lunga e sofferta, la scelta del materiale per realizzarlo ancor di più, senza contare le innumerevoli prove e riprove che alla fine mi hanno anche un pò rotto le p... ehm, scatole. Insomma, ero ad un passo da mandare tutto alle ortiche.
Il risultato è stato questo, giudicate voi...


Si riesce a collegare fino a 4 uscite, con un risultato visivo niente male...




Funziona con liquido a base acqua, "virtualmente" inodore (ma si può profumare a piacimento, ad esempio l'amico Sneakyeasy ha usato essenza di lavanda..), tensione da 0 V a quella che volete, può funzionare in parallelo ai motori elettrici. In questo caso la produzione di fumo aumenta all'aumentare della velocità. Con 15-20 ml di liquido, "fa" 5 - 8 minuti di denso fumo. Trova posto ovunque, grazie alle ridotte dimensioni di 10x5x5cm. Ultimamente amici ne hanno trovato anche un altro uso: effetti di fumo per strumenti ed attrezzature in stile Steampunk... io non ci avevo pensato.

In molti mi hanno chiesto lumi e spiegazioni, tutor di realizzazione, ecc... ma... l'aggeggio mi ha richiesto veramente un lungo lavoro, dispendioso in tempo se non in denaro. Certi segreti (di Pulcinella, a dire il vero...) me li tengo per me. Per chi volesse, realizzo il generatore dietro il compenso vil denaro, cosa questa inusuale per me, ma visti i tempi... 20 euro più spedizione, ben inferiori agli altri "concorrenti" di simili capacità e caratteristice. Per informazioni, potete mandarmi una email a dantilio66@yahoo.it




mercoledì 11 aprile 2012

VCC1 "Camillino" radiocomandato 1/35

Dai master ai lanciafumogeni finali...




I tubi realizzati in ottone...




... e le copie in resina.




Ecco la mia ordinatissima "tana" durante i lavori di costruzione del "Camillino".




Il tornio Unimat ver.02... la base è ancora da verniciare (prima o poi...)




La torretta ormai praticamente terminata, mancano solo i lanciafumogeni.










VCC1 "Camillino" radiocomandato 1/35

In questi giorni ho messo mano alla torretta, eccola quasi montata.







Qui è sul carro... per i "contachiodi" faccio presente che il tutto è stato realizzato senza avere a disposizione le misure del vero, raffrontando le varie foto di riferimento con i vari particolari via via realizzati.




Ho anche iniziato a metter mano alla selva dei lanciafumogemi Wegmann primo tipo... qui un tubo è in lavorazione al tornio, su cui ho montato un disco divisore a 8 sezioni (costruito con il disco di un hard disk) per realizzare il tappo anteriore.







Questi due sono i master finiti dei lanciafumogeni. i tubi Wegmann sono di due forme: il tipo vecchio con tappo dotato di 8 svasature ed il tipo nuovo con tappo liscio. Penso che sceglierò il tipo vecchio...


VCC1 "Camillino" radiocomandato 1/35

Ecco le torrette. Prima ho fatto dei master in alluminio al tornio e poi ho clonando il tutto in resina.



A sinistra la torretta in alluminio, a destra quella clonata in resina.



Le torrette montate...





Una prova con gli sportelli. Il busto è un Verlinden, tenterò di modificarlo per farlo assomigliare ad un San Marco...



Lo sportellone posteriore. La porta di accesso nasconde la presa per la ricarica delle batterie.





Il particolare del faro posteriore. Per ho realizzato un dischetto fotoinciso per simulare il faro?


Il "talponcino" ha i fari funzionanti. Et voilà...



Questi sono i fari anteriori. Ho usato dei miniled 0420, non vi dico la difficoltà per saldare i fili dell'alimentazione...

VCC1 "Camillino" radiocomandato 1/35

Sono riuscito a piegare le corazze esterne grazie ad una dima che mi ha realizzato a spron battuto il mio amico Sneakeasy. Al momento le corazze sono fissate provvisoriamente con l'uhu tac, quindi l'allineamento è andato a farsi benedire, ma ero troppo curioso di vedere l'effetto che facevano sul carro...







I lamierini visti da vicino.




Questa è la dima di piegatura. Per i pignoli, specifico che i fori li ho fatti io con un ultraprecisissimo (un pò meno, grrr...) trapano "very china".


VCC1 "Camillino" radiocomandato 1/35

Mentre le meningi lavorano per risolvere il problema della piagatura dei lamierini forati, ho escogitato un sistema passabile per ricreare i bulloni sullo scafo. Visto che poi il tutto sarà coperto dalle corazze aggiuntive, si potrebbe pensare che sia tempo sprecato, ma purtroppo le corazze forate lasciano intravedere cosa c'è sotto.

Ho clonato in resina alcuni bulloni presenti sulle ruote di un LVTP7 academy. Facendo un pò di conti, la dimensione al reale dovrebbe essere bulloni testa per chiave 21 - 23, cioè circa 0,6 - 0,7mm sul modello. Spingendo oltre la miniaturizzazione è veramente tempo specato cercare di ricreare un esagono, le minime dimensioni fanno apparire comunque "l'opera" tonda, invece che esagonale...

Ruote dell'LVTP7, stampo in silicone e parti in resina "donatrici" di bulloni...




I bulloni staccati dalla ruota utilizzando un bisturi...




Visto che comunque i bulloni sporgevano un pò troppo, con questo sofisticatissimo strumento ottenuto modificando uno spazzolino elettrico, ho provveduto ad abbassalti un pò.







Bulloni scartavetrati...




... e bulloni da scartavetrare.